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Omelia del vescovo Vincenzo nella Solennità di San Barsanofio Abate 2021

Oria, 30 agosto 2021 - PiazzaIe San Pasquale

“Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?»” (Mt 19, 27).


Carissimi Amici,

         ancora una volta il Signore ci ha convocato come assemblea santa per nutrirci con la Sua Parola, con l’Eucarestia e con la testimonianza e l’intercessione del nostro Santo Patrono, San Barsanofio di Gaza. Sarebbe veramente irriverente se, volendo onorare il nostro Santo, non ci disponessimo con tutto noi stessi, con il nostro corpo, con la nostra mente, con il nostro cuore e con il nostro spirito ad accogliere i doni che per noi sono stati preparati. Doni che, secondo la parola di Gesù, sono centuplicati ed arricchiti del dono supremo della vita senza fine, della vita eterna.

         Ci esorta Sant’Agostino: “Siamo veramente beati se, quello che ascoltiamo, o cantiamo, lo mettiamo anche in pratica. Infatti il nostro ascoltare rappresenta la semina, mentre nell'opera abbiamo il frutto del seme. Premesso ciò, vorrei esortarvi a non andare in chiesa e poi restare senza frutto, ascoltare cioè tante belle verità, senza poi muovervi ad agire” (Disc. 23 A, 1-4). […]

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Omelia del vescovo Vincenzo nella Messa Crismale 2021

Oria, 1 aprile 2021 - Chiesa di S. Giovanni Paolo II

Ancora una volta siamo contingentati, a causa delle restrizioni per la pandemia del virus Covid-19, ma la vostra presenza qui oggi è manifestazione della comunione della nostra Chiesa di Oria, comunione che sempre ci deve essere e sempre deve crescere.

Il perdurare del tempo della pandemia, con nuovi e più alti contagi e ancora tanti morti, potrebbe indurci a credere di essere soggetti ad una sorta di punizione da parte di Dio per il nostro comportamento non conforme al Vangelo. Benché dobbiamo riconoscere che, come singoli ma anche come società umana, ci siamo allontanati dal Vangelo e abbiamo assunto comportamenti che ci hanno distanziato dall’amore per Dio e per il prossimo, purtuttavia il Signore oggi ci ha offerto questa parola di speranza: “A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen” (Ap 1, 5b-6). […]

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Omelia nell'Ordinazione Presbiterale di don Vincenzo Rubino e don Antonio Sternativo

Oria, 19 dicembre 2020 - Chiesa di S. Giovanni Paolo II

Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti?... Il Signore ti annuncia che farà a te una casa” (2Sam 7, 5b. 11b).

Queste parole, che abbiamo ascoltato nella prima lettura, esprimono la meraviglia di Dio nei confronti di Davide, il grande Re di Israele, per un’idea che questi aveva avuto quale atteggiamento di rispetto e di riconoscenza nei confronti di Dio: costruirGli una casa perché potesse avere un luogo stabile dove stare con gli uomini, dal momento che proprio il Re, con il sostegno e la protezione di Dio, aveva potuto costruirsi una casa comoda in cui vivere protetto. Dio si meraviglia non per l’atteggiamento di riconoscenza e di rispetto di Davide ma perché questa proposta del Re rivela un progetto, che vorrei definire politico umano, a cui Davide voleva dare sacralità, voleva avere la consacrazione da parte di Dio. E Dio, nel mentre fa la promessa che sarà Lui a dare una casa a Davide, manifesta una grande verità che ritroveremo nel Vangelo dell’Annunciazione: ogni progetto di redenzione e di costruzione del Regno non potrà mai avere l’uomo come principio ideatore, come punto di partenza. In altre parole, l’uomo non potrà mai progettare la salvezza e chiedere a Dio di benedirla, quasi di renderla sacra perché, dopo il peccato, l’umanità non è più in grado di risollevarsi da sé; ha bisogno di un Salvatore, necessita di un progetto di redenzione e di salvezza che provenga da un cuore non inquinato, da una volontà di grazia che sia gratuita, cioè che si manifesti come dono. […]

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