Omelia del vescovo Vincenzo nella Messa Crismale 2020
Oria, 28 maggio 2020 - Giovedì dopo l'Ascensione - Chiesa di S. Giovanni Paolo II
Il profeta Isaia, che abbiamo ascoltato nella prima lettura, ci ha indicato la missione del Messia. Quelle parole bene si addicono al tempo che stiamo vivendo, il tempo della pandemia: “Lo spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore, il giorno di vendetta del nostro Dio, per consolare tutti gli afflitti, per dare agli afflitti di Sion una corona invece della cenere, olio di letizia invece dell’abito da lutto, veste di lode invece di uno spirito mesto” (Is 61, 1-3). Abbiamo davvero bisogno di lieti annunci, di liberazione, di consolazione e di speranza. Abbiamo bisogno di essere vestiti con la lode che sgorga dal nostro cuore, lode per la salvezza concessaci, lode per l’insegnamento che la sofferenza ci ha portato. Tutto il mondo ha bisogno di questo. Abbiamo dinanzi agli occhi le tantissime iniziative che, spontaneamente, sono nate per vincere la mestizia del cuore: i cartelli con l’arcobaleno e l’iscrizione “Tutto andrà bene”, le canzoni cantate dai balconi e dai tetti, i concerti in streaming e ancora tante altre. La celebrazione della Messa crismale, inusuale in questo periodo, ci offre, però, l’opportunità di ritrovarci sacramentalmente uniti e di ricevere, per noi e per il nostro Popolo, i segni e gli strumenti per una consolazione vera, per una lode sincera che parta dal cuore liberato dall’oppressione della tristezza: in questa celebrazione riceviamo gli Olii per i sacramenti e facciamo memoria viva dell’istituzione dell’Eucarestia e, per Essa, del Sacerdozio ministeriale. […]